domenica 8 luglio 2018

"Orlando", di Virginia Woolf


Ciao a tutti! :D

Non pubblico un articolo da tanto, lo so, ma purtroppo sto riuscendo a leggere pochissimo causa cambio lavoro, città e vita, praticamente xD Ma quale miglior modo di tornare a farmi viva anche qui (perché sulla pagina Facebook sono più attiva!) che parlandovi di un capolavoro indiscusso della Letteratura, che per quanto celebre è a mio parere ancora troppo sottovalutato?
Sto parlando di "Orlando", di Virginia Woolf!


Di questo Classico esistono innumerevoli edizioni: per citare le più facilmente reperibili in commercio abbiamo la Mondadori, la Bur, la Feltrinelli e la Newton Compton, senza dimenticare che quest'ultima è presente anche nel Mammut dedicato a Virginia, che contiene tutte le sue opere più importanti ed è un'opzione risparmio interessante.






Io l'ho letto in edizione Feltrinelli, perché la nuova traduzione proposta mi è parso che snellisse il testo rispetto alle altre in cui mi ero imbattuta (in particolare quella della Newton Compton, che mi sembra un po' datata).

Anni fa mi sono avvicinata a Virginia Stephen (1882-1941), meglio conosciuta come Virginia Woolf (dal cognome del marito Leonard) timidamente, in punta di piedi, con la riverenza che mi suscitava l'avere a che fare con una delle menti più brillanti che mai abbiano osato porre su carta il turbinio dei loro pensieri geniali. Ma piano piano sto leggendo tutte le sue opere: sono stata conquistata dal suo Diario e dai suoi saggi (uno su tutti, "Una stanza tutta per sé", imprescindibile), mentre ho faticato un po' ad apprezzare i romanzi a causa della scelta infelice di iniziare con il più ostico di tutti, "Le onde", che ancora non sono riuscita a portare a termine. Invece, dopo averli abbandonati qualche volta ma caparbiamente recuperati, ho poi apprezzato "Mrs. Dalloway" e sopratutto il magnifico "Al faro", che ho anche intenzione di rileggere perché è uno di quei libri che definisco "pozzo senza fondo", da cui si può sempre tirar fuori qualcosa di nuovo anche quando sembra di conoscerli. Mi è piaciuto molto anche "Notte e giorno", uno dei suoi primi romanzi, dal sapore "austeniano" e ancora abbastanza convenzionale.


Ma ora veniamo a Orlando.
Non è il libro più celebre di Virginia, anzi mi è sempre parso un'opera minore. L'ho spesso sentito definire il libro simbolo della categoria LGBTI, e capisco che la natura sessualmente ambivalente del protagonista ben si prestasse allo scopo, ma in realtà questa definizione è alquanto riduttiva. Orlando è molto più di un libro nuovo e inaspettato per l'epoca in cui è stato scritto (il 1928): è un libro rivoluzionario anche per i nostri tempi, apparentemente così aperti e possibilisti e invece spesso ancora chiusi e basati su etichette e formalismo. Perché il protagonista omonimo, che nasce uomo ma poi diventa improvvisamente donna poco dopo l'adolescenza, non è solo-come giustamente evidenziato dall'interessante postfazione dell'edizione Feltrinelli- un giocoso ritratto di Vita Sackville West (scrittrice e nobildonna molto amata da Virginia), né solo il prototipo dello scrittore (Orlando, sia da uomo che da donna, non smette mai di scrivere), per sua natura androgino, né un semplice antesignano delle rivendicazioni dei transessuali. Certo, è tutte queste cose insieme, ma anche molto di più.
Perché in realtà Orlando è una persona libera, completa, realizzata nel suo continuo mutare e divenire altro, una persona che non si lascia ingabbiare da alcuna definizione. Insomma, un individuo come tutti dovremmo essere per vivere più rilassati e felici, anche nei rapporti interpersonali (soprattutto quelli uomo/donna! xD) Perché una persona come Orlando non può che vivere un amore straordinario con una persona a lei simile:

"Sei sicura di non essere un uomo?" le chiedeva ansioso, e lei gli faceva eco: "Possibile che non sei una donna?". E quindi dovevano verificarlo senza ulteriori indugi. Perché ciascuno dei due era tanto sorpreso della subitanea simpatia dell'altro, ed era per entrambi una tale rivelazione che una donna potesse essere tollerante e schietta come un uomo, e un uomo bizzarro e acuto come una donna, che dovevano mettere subito la cosa alla prova".

Solo una mente geniale e un po' folle come quella di Virginia poteva comprendere una verità così semplice perché si sa, noi comuni mortali tendiamo sempre a complicare tutto.
Come se non bastasse è anche un libro ironico e divertente, che prende in giro se stesso e il suo protagonista (soprattutto le sue velleità letterarie!). Chi pensasse a Virginia Woolf come a una scrittrice lenta e riflessiva non potrà che ricredersi leggendo Orlando, che tra l'altro vanta anche un pizzico di atmosfera fantasy (oltre a cambiare sesso, il/la protagonista attraversa senza battere ciglio quattro secoli: nato nel 1500, arriva al 1928!).
Non posso che consigliarvi di correre subito a leggerlo :D

Termino con una piccola curiosità: sapete che cosa unisce Virginia Woolf alla poetessa vittoriana Elizabeth Barrett Browning? 
Un cagnolino, Flush! ^^
Infatti al cane della poetessa Virginia ha dedicato un'altra piccola opera ironica e spumeggiante che non posso non consigliarvi di leggere, "Flush. Biografia di un cane", che ho citato anche nell'ultima biografia pubblicata con Flower-ed: "Vissi con le mie visioni. Vita di Elizabeth Barrett Browning". 


Visto che credo di non avervene mai parlato qui sul blog ne ho approfittato adesso! :D Se per caso lo leggete fatemi sapere cosa ne pensate ^^

A presto! :*