giovedì 2 aprile 2020

Letture di marzo 2020

Ciao a tutti! :D

Complice un isolamento forzato poco piacevole causa malattia sospetta, marzo è stato un mese ricco di letture, tutte notevoli devo dire.



Ho chiesto in un post sulla pagina facebook quale preferiste veder recensiti, ed eccovi dunque cosa penso dei tre titoli che hanno maggiormente attirato la vostra attenzione :D

1) Resurrezione, di Lev Tolstoj






Tolstoj non ha bisogno di presentazioni! *_* Era da tempo che non leggevo un suo romanzo, sebbene ancora molti manchino all'appello nella mia libreria, e ancora una volta non mi ha delusa.
Resurrezione è un perfetto mix tra i romanzi del periodo "pre-conversione" e quelli "post-conversione": i primi, tra cui possiamo annoverare Anna Karenina e Guerra e pace, sono romanzi-fiume, in cui la pur forte impronta sociale è comunque surclassata dalla trama e dall'evolversi dei personaggi; invece i secondi, tra cui si può annoverare "La sonata a Kreutzer, sono tendenzialmente più brevi, e in essi l'impronta morale sovrasta la trama. 
Resurrezione, pur essendo collocato a livello temporale nel secondo gruppo, è come dicevo un felice connubio tra queste due categorie: si tratta infatti di un romanzo abbastanza corposo, in cui la trama e i personaggi la fanno da padrone, senza mai soccombere alla tuttavia ben presente morale su cui il romanzo è comunque imperniato. 
Come il titolo stesso ci dice, è la storia di una "resurrezione" interiore, ovvero una conversione: quella di Nechljudov, un non più giovanissimo e annoiato principe russo che, durante un processo in cui funge da giurato, si imbatte per caso in una ragazza che aveva sedotto e abbandonato molti anni prima, accusata  e poi condannata ingiustamente per omicidio. Incontrarla suscita nel protagonista ricordi ormai sepolti, e dà inizio a un lungo e sofferto cammino di purificazione che parte dall'idea di salvare quella ragazza e sposarla, per poi allargare ulteriormente i suoi orizzonti.
Un romanzo che è al contempo un vivido affresco della società russa di metà Ottocento e una vera e propria finestra sull'animo umano e i suoi tormenti e dubbi morali, consigliatissimo!

"Se siamo stati mandati qui è per volontà di qualcuno e per qualcosa".

Be', speriamo di scoprire cosa, prima o poi xDD


2) Un'intricata matassa, di Lucy Maud Montgomery


Lucy Maud Montgomery è un'autrice inspiegabilmente poco conosciuta, che io ormai chiamo "la panacea contro tutti i mali dell'esistenza". Solo lei presenta quel mix di spensieratezza venata di malinconia che riflette pienamente il mio stato d'animo perenne xD Ed è perfetta per questo periodo...Infatti i suoi romanzi ci parlano di aria aperta, paesaggi canadesi fiabeschi, incanto e fantasia, ma anche di rigide convenzioni sociali (spesso violate dai protagonisti, a loro rischio e pericolo).
Questo mix è particolarmente evidente in Un'intricata matassa, un tipico romanzo "nomen-omen", dal momento che più intricato non potrebbe essere xD Non ha infatti un vero e proprio protagonista: la vecchia signora che, all'inizio del romanzo, convoca tutti i membri del suo nutrito clan per spiegare a chi andrà in eredità un'antica e inspiegabilmente bramata brocca di famiglia, è infatti solo l'elemento che dà il la alle vicende del romanzo, che coinvolgono invece tutti gli altri membri del clan. E non sono pochi! xD Consiglio caldamente la realizzazione di un albero genealogico durante la lettura, per evitare di perdersi (come ho fatto io) nella moltitudine di personaggi. Ciascuno di loro proverà ad aggiudicarsi l'ambita eredità, e in questo modo molti nodi verranno al pettine, problemi di vecchia data saranno chiariti e altri ne nasceranno...il tutto condito con la spensieratezza e l'ironia tipiche di questa scrittrice, che tuttavia sa anche abilmente affossare molte romantiche illusioni giovanili...attingendo in gran parte alla propria esperienza personale.
Non è il romanzo che ho preferito dell'autrice (Il castello blu, di cui trovate la recensione qui, regna ancora incontrastato), ma si difende bene! :D 

3) La saga di Vigdis, di Sigrid Undset


Il termine saga potrebbe trarre in inganno: esso è infatti di solito associato a vicende molto lunghe e intricate, che hanno magari per protagonisti, soprattutto nel caso di libri nordici, antichi dei e leggende.
Ma non è il caso di questo romanzo che, per tematiche affrontate e caratteristiche dei protagonisti, mi è venuto spontaneo definire "il Cime Tempestose nordico".
La protagonista, la Vigdis del titolo, si innamora di un islandese in visita presso le terre di suo padre, ma lui la violenta. Da allora l'amore si trasforma in odio e insaziabile sete di vendetta.
Ho visto molto di Cime Tempestose in questo strano rapporto di amore-odio che lega i due protagonisti, una vera e proprio ossessione che la lontananza alimenta anziché spegnere, ma lo stile è completamente diverso. Non sono certa che mi piaccia: è essenziale, asciutto, non indugia sulla psicologia dei personaggi ma riesce comunque a tratteggiarla, forse complice la forza primigenia dei sentimenti descritti, che sembra rispecchiare le impervie lande in cui il romanzo è ambientato...luoghi aspri nel paesaggio ma anche nelle usanze, in cui basta pronunciare una parola di troppo per essere uccisi sul posto senza che l'assassino non incorra neanche in un processo xD Il romanzo vanta tuttavia anche una sorprendente modernità, soprattutto nel trattare le conseguenze di una violenza sessuale.
Sigrid Undset, autrice norvegese nata nel 1882 e morta nel 1945, ha vinto il Nobel per la Letteratura nel 1928. Avevo già provato in passato a leggere il suo romanzo più famoso, Kristin figlia di Lavrans, ma non c'ero riuscita proprio perché poco coinvolta dallo stile. Non conoscevo affatto questo libro e devo ringraziare la mia cara amica anobiana Federica se l'ho letto, grazie a una piacevole lettura condivisa! :D

A presto, spero, con le letture di aprile! ^^ (o altri post a sorpresa, chissà xD)