giovedì 4 giugno 2020

Letture di maggio 2020

Ciao a tutti! :D 
Durante il mese di maggio non ho letto tantissimo, complice il ritorno a lavoro full time: ma sicuramente è stato un mese interessante, all'insegna del teatro, che sto decisamente riscoprendo negli ultimi mesi.

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Ho fatto un sondaggio sulla pagina facebook (seguitemi anche lì, se vi va :D) per capire di quali delle mie letture del mese appena trascorso vi interessasse di più leggere la recensione, e il giudizio è stato abbastanza unanime: "La diva Julia", di William Somerset Maugham, e "Vera", di Oscar Wilde.
Per quanto riguarda l'ultimo volume della trilogia di Carmen Korn, "Aria di novità", che pure ha incuriosito molti di voi, lo trovate recensito insieme ai primi due in questo post dedicato.

Veniamo dunque alle due opere che vi hanno interessato di più!^^

La diva Julia



William Somerset Maugham è è uno dei miei scrittori preferiti, senza ombra di dubbio. Finora non c'è stato un suo romanzo o raccolta di racconti che non mi sia piaciuto... e per fortuna ne ho ancora molti da leggere, visto che era un autore piuttosto prolifico! *_*
La diva Julia (il cui titolo originale, per me azzeccatissimo, è "Theatre") pubblicato da Adelphi come tutti i libri di questo autore, non è riuscito a rientrare tra i miei preferiti, ma devo dire di averlo trovato molto godibile e a tratti geniale
La protagonista, Julia Lambert, è una celebre attrice teatrale ("la più grande attrice d'Inghilterra", come è spesso definita nel corso del romanzo). Maugham ce la presenta quando è già ricca e famosa, per poi intraprendere un excursus nel suo passato: dai primi difficili passi sul palcoscenico insieme al belloccio ma poco dotato Michael, che le ruberà il cuore, fino al trionfo scenico e sociale. 
Ma il fascino del romanzo non risiede tanto nella carriera di Julia: infatti questo non è un classico romanzo di formazione che segue l'eroina (o anti-eroina, dovremmo dire in questo caso) nel suo percorso di maturazione, bensì una raffinata analisi psicologica. Durante tutto il romanzo siamo nella testa di Julia, comprendiamo tutti i meccanismi che si celano dietro i suoi pensieri e le sue azioni e scorgiamo quel labile confine tra realtà e finzione, tra persona e personaggio, che in fondo alberga un po' in tutti noi, anche se in un'attrice consumata può essere più pronunciato e perfino un po' scontato. Anche nei momenti più importanti della sua vita infatti Julia sceglie chi essere e quale scena interpretare per ottenere i suoi scopi, attingendo al suo vastissimo repertorio, e a un certo punto il lettore, spiazzato, non sa davvero chi sia davvero Julia: la cinica calcolatrice o la fragile donna innamorata? Oppure entrambe?
Purtroppo, e questo è l'aspetto che non l'ha fatto entrare nel mio cuore-come accaduto, per esempio, nel caso di "Il velo dipinto" e "La luna e sei soldi"- il romanzo è un po' frettoloso, poco approfondito. Dato il focus sull'interiorità della protagonista mi sarebbe piaciuto conoscerla un po' di più e vedere Maugham calcare ancora di più la mano sulle sue contraddizioni interiori, i suoi conflitti con sé stessa. 
Ma è Maugham, quindi non posso non perdonarlo!
Da questo libro nel 2004 è stato tratto anche un film, Being Julia, con Jeremy Irons, che è valso addirittura una candidatura all'Oscar per la protagonista Annette Bening. Non l'ho ancora visto ma farò sicuramente *_* 


Vera, o i nichilisti, di Oscar Wilde



Mi sono imbattuta in quest'opera teatrale, la prima pièce in assoluto di quel genio di Oscar Wilde, mentre vagavo su internet in cerca di qualche sua opera che ancora mancasse al mio repertorio. 
Infatti, vedere di nuovo quel capolavoro cinematografico che è il film The importance of being Earnest con Colin Firth e ricordare le ore di pura delizia che quella commedia mi aveva regalato anni fa, mi ha fatto desiderare più che mai di provare ancora quelle sensazioni. E devo dire che con Vera, o i nichilisti, appena pubblicato dalla casa editrice Feltrinelli nella sua celeberrima collana Universale Economica, ci sono andata molto vicina.
Non saprei come definire quest'opera: non è né una commedia né una tragedia, anche se presenta elementi di entrambi i generi. 
Facciamo la conoscenza della giovane Vera in una misera capanna russa sulla strada per la Siberia. Un gruppo di forzati fa tappa lì per consentire ai soldati di rifocillarsi, e tra gli sventurati condotti alla prigionia Vera riconosce il proprio fratello, che da tempo non dava più notizie di sé ai parenti. Scopre così che la causa a cui il fratello si è votato è quella dei nichilisti, che mirano a rovesciare lo Zar e ogni potere costituito, ritenuto opprimente e vessatorio. Vera si ripromette di abbracciare la causa del fratello e vendicarlo, e diventa dunque a sua volta una famigerata nichilista...
Un'opera non convenzionale, che mi ha davvero appassionata e a tratti spiazzata ma non è esente da difetti: soprattutto l'ambientazione russa non è molto credibile. Dietro i motteggi da salotto dei membri della corte dello Zar si intravede anche troppo chiaramente l'impronta anglosassone di Wilde che, come spiegato nella brillante postfazione, intendeva con quest'opera denunciare gli abusi dell'Inghilterra sulla sua Patria, l'Irlanda. Tra l'altro leggendo questa postfazione ho scoperto, shame on me, che la madre di Wilde era un'autrice piuttosto famosa e che lui fu inizialmente agevolato sulla scena letteraria proprio dalla fama di lei!

A presto :D