lunedì 30 maggio 2016

Biografie nella brughiera #3- Uno sguardo indietro, di Edith Wharton

Ciao a tutti! ^^

Dopo "La vita di Charlotte Bronte" di Elizabeth Gaskell, ecco un'altra biografia che va ad arricchire la spero presto ben nutrita rubrica dedicata alle biografie degli scrittori (e soprattutto delle scrittrici! ^^).
Stavolta si tratta addirittura di un'autobiografia, e per giunta di un'altra scrittrice che (come se seguite assiduamente il blog avrete ormai capito bene xD) adoro alla follia...Edith Wharton! ^^
Si intitola "Uno sguardo indietro", e fu tra le sue ultime opere. Se volete rinfrescarvi la memoria su tutte le altre, qui trovate l'articolo che ho recentemente dedicato all'autrice ^^



Sono fortunatamente disponibili molte edizioni di questo libro, anche se purtroppo sarete quasi certamente costretti a ordinarlo online visto che, inspiegabilmente, Edith Wharton è piuttosto assente sugli scaffali delle nostre librerie! :( Io l'ho letta nella bella edizione di Editori Riuniti che vedete sopra.
Recensire un'opera così ricca e interessante è davvero difficile, soprattutto perché è quasi impossibile tradurre in parole le emozioni che si provano quando uno scrittore, pur parlando di sé, sembra parlare proprio di te che stai leggendo! ^^ 
La vita della Wharton, come la stessa autrice dice nella prefazione, non è stata particolarmente ricca di avventure o eventi degni di nota: "Per raccontare la mia storia ho dovuto trarre il meglio da materiale non sensazionale; e se quello che racconto interesserà i miei lettori, il merito per lo meno sarà mio" ci dice, con quel pizzico d'ironia che sempre la contraddistingueva ^^
Da bambina privilegiata di una ricca e antica famiglia americana diventò a sua volta una borghese privilegiata, che poté viaggiare a lungo (spingendosi fino al Marocco e alla Grecia, e spesso in automobile...cosa alquanto ardita, per quei tempi xD) e soggiornare in diversi luoghi sia nel Vecchio che nel Nuovo Continente (tra cui Londra, Parigi e il Mount, una deliziosa casa nella campagna americana in cui trascorreva il suo tempo dividendosi tra i libri e l'orto! *_*).
Tuttavia per l'epoca in cui è vissuta e le persone che ha conosciuto e frequentato, la sua autobiografia si rivela un documento storico di notevole importanza. Infatti è vissuta con un piede nell'800 e uno nel '900 e, come altre scrittrici che mi piacciono molto (penso a Elizabeth Von Arnim), ha affrontato la Prima Guerra Mondiale e i conseguenti, imprevedibili sconvolgimenti politici e culturali che hanno praticamente fatto da ponte tra il mondo antico e quello che conosciamo. Come lei stessa afferma, c'era meno differenza tra il suo trisavolo ugonotto vissuto nel 1500 e suo padre di quanta ve ne fosse tra suo padre e gli americani del dopoguerra! xD Senza contare che era amica intima di Henry James (cui dedica intere, toccanti pagine del libro) e ha vissuto in modo attivo la movimentata scena culturale anglo-americana di quegli anni...già solo per questo spaccato non da poco su un'epoca fondamentale e di grande fermento culturale, la sua testimonianza limpida, ironica e raffinata vale la pena di essere letta. Se poi ci aggiungiamo le sue personali riflessioni sull'immaginazione e la scrittura, l'ironia, gli aneddoti su gli scrittori e gli altri spesso stravaganti personaggi che si trovò a frequentare posso assicurarvi che ogni pagina è una delizia *_* Ho impiegato un secolo a leggerla perché mi dispiaceva finirla! xD
Il capitolo che ho preferito è "Il giardino segreto": quello in cui, dopo aver a lungo raccontato solo aneddoti "esteriori", Edith apre finalmente la porta di quel luogo misterioso e inaccessibile in cui nascevano le sue storie e i personaggi le parlavano... Sto resistendo alla tentazione di trascriverlo qui, perché sarebbe davvero troppo lungo e poi...dovete leggere tutto il libro, perché è davvero imperdibile! xD

Se proprio dovessi trovare un difetto direi che Edith quando parla di sé resta comunque abbastanza in superficie, senza mai svelare i suoi sentimenti più profondi... probabilmente perché la sua vita privata non fu, forse, particolarmente felice: il marito (un banchiere, sposato per amore o per volere della sua ricca famiglia non è dato sapere) soffriva di disturbi mentali, e il loro rapporto si allentò fino a culminare nel divorzio, nel 1913. A giudicare dalle sue opere piene di donne divorziate segnate a dito dalla società perbenista dell'epoca, la sua scelta fu forse oggetto di biasimo generale e lei dovette soffrirne, ma di tutto questo non c'è traccia nella biografia.
Credo che un tale riserbo sulla propria vita interiore fosse normale in un'epoca in cui i sentimenti erano ritenuti del tutto privati e impossibili da mettere sulla piazza... però nello stesso tempo tali sentimenti avrebbero arricchito maggiormente la narrazione e fatto comprendere di più la sua affascinante personalità...pazienza! ^^

Vi lascio con l'ultima, bellissima pagina del libro e con l'augurio che anche voi possiate dire, come Edith: "Ovunque sul mio cammino ho trovato gentilezza e appoggio; e da parte di quei pochi a me più cari, una squisita comprensione".



Voto: 10/10

A presto (spero xD) con una nuova biografia! :D


2 commenti:

  1. Ciao,
    ti ho scoperta da poco e trovo il tuo blog molto interessante. Per farlo girare un po', ti ho taggata nei Liebster Award, spero non ti dispiaccia :)
    http://ladyeiry.blogspot.it/2016/05/liebster-award-2016-discover-new-blogs.html

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    1. Ciao! ^^ Grazie! *_* L'avevo già viSto ma aveVo desitito perché non conosco 11 piccoli bog, credevo fosse obbligatorio citarli tutti subito xD Ma se posso aggiungerne solo qualcuno e poi trovare in seguito gli altri partecipo volentieri :D Grazie!

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