lunedì 16 gennaio 2023

Le migliori scrittrici del mio 2022- Jean Rhys e l'eterno lutto dell'innocenza perduta

 Ciao a tutti! :D

Il 2022 è finito già da qualche settimana, ma trattenendomi ancora un po' sul bilancio letterario dell'anno appena trascorso mi sono trovata con piacere a constatare non solo di aver letto, cosa più unica che rara, più donne che uomini, ma anche di avere nettamente più donne nella mia personale classifica dei libri più belli dell'anno! ^^

Ho voluto selezionarne alcune e parlarvene in modo più approfondito, per cui ecco la prima: Jean Rhys ^^

Ella Gwendolen Rees Williams, meglio conosciuta con lo pseudonimo di Jean Rhys, è un'autrice in gramaglie, che veste un lutto perenne, in tutti i suoi romanzi. Non però per la perdita di una persona- sebbene ne abbia perse molte, di persone, nella sua lunga vita- bensì per quella di un intero mondo: quello innocente, luminoso, caldo e colorato dell'infanzia trascorsa sull'Isola Caraibica di Dominica, dove nacque nel 1890. Non a caso il suo romanzo più famoso, Il grande mare dei Sargassi, è proprio in gran parte ambientato lì, e rappresenta un interessante spin-off del romanzo più celebre di Charlotte Bronte, Jane Eyre, di cui rappresenta un caldo e a tratti folle contraltare. 

Ma è anche un po' un unicum nella sua produzione, perché tutti gli altri romanzi si sganciano totalmente dalla fantasia per approdare alla più cruda e verista autobiografia. In questo post mi concentrerò in particolare sui tre libri di questa scrittrice che ho letto nel 2022, ovvero i due romanzi "Viaggio nel buio" e "Quartetto" (pubblicati da Adelphi) e l'autobiografia "Smile please" (pubblicata da Sellerio).

Entrambi i romanzi hanno per protagonista una giovane donna che lascia il paradiso incontaminato e spensierato della sua infanzia per recarsi nella tanto agognata Inghilterra, dove la vita si rivelerà molto più dura di quanto avesse immaginato. In "Viaggio nel buio", come suggerito anche dal titolo, Anna Morgan intraprenderà una lenta ma inesorabile discesa agli inferi, dove da ballerina di fila (lavoro svolto dalla stessa scrittrice) inizia a dipendere sempre più dalle sordide attenzioni di vari amanti, pronti ad abbandonarla non appena stufi di lei. 






La stessa parabola discendente caratterizza Marya, la protagonista di "Quartetto", che crede di trovare sicurezza e stabilità nel matrimonio, ma quando il marito viene arrestato si ritrova in balia di una coppia di sposi decisamente poco raccomandabili. 









Per finire, "Smile please" svela apertamente le analogie tra Jean e le donne che hanno popolato la sua immaginazione, perché in quest'autobiografia la scrittrice parla apertamente (seppur sicuramente in modo parziale, come tutti gli scritti in cui si può selezionare cosa dire e cosa non dire) della sua vita rocambolesca e caratterizzata da momenti di grande miseria e squallore, affrontati sempre con coraggio e determinazione. 

"Non avevo assolutamente nulla, così-come sempre quando sono disperata-riuscii a lottare" (cit. pag. 105 di "Smile Please")






La costante ripetizione dello stesso tema autobiografico fa pensare a un costante tentativo di rielaborazione del vissuto traumatico, e magari di riscrittura delle proprie vicende, che ho trovato estremamente affascinante, poiché non solo credo fermamente nel potere catartico della scrittura nella vita, ma anche nella reciproca compenetrazione dei due piani-il reale e l'immaginifico- e nella loro vicendevole influenza. 

Raccomando caldamente la riscoperta di questa magnifica autrice: nei suoi ultimi anni di vita, gli unici trascorsi in modo più tranquillo grazie ai proventi di "Il grande mare dei Sargassi", disse che il successo nella sua vita era arrivato troppo tardi. Non dimentichiamola <3  






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